Deposito delle Sculture di Villa Borghese

Il deposito delle sculture di Villa Borghese raccoglie circa ottanta opere provenienti in gran parte dalla Collezione Borghese, originariamente ubicate a decoro del parco.
Tra il 1986 e il 1999, per ragioni di sicurezza, le sculture sono state rimosse dalle loro sedi originarie, sostituite da copie, e ricoverate in un deposito all’interno del Museo Pietro Canonica.
Ben presto tuttavia per il sopraggiunto dissesto della copertura di questo ambiente, le opere sono state spostate nell’adiacente giardino inferiore del museo, dove sono rimaste per quasi un decennio.

 

Deposito delle sculture di Villa Borghese
Deposito delle sculture di Villa Borghese

Nel 2010, grazie ad un complesso recupero architettonico del vano, che ha saputo coniugare le necessità tecnico strutturali con la ricerca di una suggestione estetica, è stato possibile ricoverare nuovamente gran parte delle opere in uno spazio finalmente idoneo alla loro conservazione e valorizzazione. L’attuale area espositiva è costituita dallo spazio aperto, il citato giardino inferiore del Museo Canonica, là dove sono rimaste sculture per dimensioni non trasferibili all’interno, o di minor pregio, e uno spazio chiuso, per il quale è stato progettato e realizzato un allestimento estremamente razionale, in funzione della necessità di ricoverare quante più opere possibili, mantenendo al tempo stesso la possibilità di accesso per i mezzi adibiti alle eventuali movimentazioni, in vista di prestiti o restauri.

La forte suggestione nel deposito chiuso deriva da un apparente contrasto tra uno spazio estremamente razionale - una galleria articolata in campate dalle arcate metalliche di sostruzione della volta, percepibile nella sua interezza sin dal portone di accesso -  e la disposizione delle opere che, allineate lungo le pareti secondo un criterio funzionale, impedisce, al contrario, una loro fruizione d’insieme.
 Il visitatore è quindi costretto ad avanzare verso il fondo della galleria per poter focalizzare l’attenzione su ogni singola scultura o su un gruppo di opere, godendo di molteplici visuali prospettiche, e a replicare questo straordinario effetto di continua scoperta lungo l’opposta direttrice di visita, che conduce dal fondo della sala verso l’uscita.